Food Music

Food Music

Che sapore ha la musica?
Conferenza spettacolo per soprano, pianoforte e affabulatore

Il progetto Food Music si propone di esplorare – con divertita curiosità – l’intimo rapporto tra due elementi, che, nel corso dei secoli, sono stati spesso sapientemente accostati nei momenti di socialità: il cibo e la musica.
Attingendo a repertori di natura affatto differente – l’operetta, i generi minori, le arie di circostanza, i divertissement musicali – è stata compilata una gustosa colonna sonora, che racconta, con l’ausilio del pentagramma, lo stare in compagnia, il piacere del cibo, la seduzione degli alimenti, l’armonia dei sapori.
Come nel caso dei Mendiants di Gioachino Rossini, composizioni dedicate alle frutta secche, contenute nel quarto libro dei Péchés de vieillesse del grande musicista, di cui sono noti l’amicizia con lo chef francese Antonin Carême e il suo stesso cimentarsi nell’arte gastronomica (si pensi ai Turnedos alla Rossini !).
O la pericolosa seduzione che investe Hänsel e Gretel nel brano Cos’è laggiù? Che odor di vainiglia!, tratto dall’opera di Humperdinck.
Così come manie e debolezze, di cui sono esempi il lamento semiserio della giovane Lischen, che non sa resistere al caffè nella celebre aria profana di Bach, o la malcelata ebbrezza della Pèrichole nell’aria Ah! Quel diner je vien de faire dell’omonima operetta di Offenbach.
Ma il percorso, ricco di sapide sorprese, passa anche dalla bizzarra La Bonne Cuisine di Leonard Bernstein, da un ironico ed enfatico inno al piatto povero per antonomasia scritto da Luigi Denza (Canzone della Polenta ), per arrivare all’elegante minimalismo pianistico dell’autore contemporaneo giapponese Akira Yuyama (Confections: a piano sweet ).

Ad arricchire di gusto il programma musicale della serata provvede un erudito bien vivant, grazie a citazioni, aneddoti, curiosità, cenni biografici, si incarica di accompagnare il pubblico alla ricerca dei sapori e delle melodie perduti.
Non solo di quelli alimentari o gastronomici, ma anche di quelli sociali ed amicali che da sempre caratterizzano il convivio e i piaceri dello stare insieme.

Il programma:
– Robert Cambert (Parigi, 1628 – Londra, 1677), Aire à boire
– J.S. Bach (Eisenach, 1685 – Lipsia, 1750), Aria di Lischen
– Luigi Denza (Castellammare di Stabia, 1846 – Londra, 1922), Canzone della Polenta
– Jacques Offenbach (Colonia, 1819 – Parigi, 1880), Ah! Quel dîner je viens de faire
– Engelbert Humperdinck (Siegburg, 1854 – Neustrelitz, 1921), Cos’è laggiù! Che odor di vainiglia!
– Ettore Perosio (Genova, 1869 – 1919), Inno al vino di Marsala
– Leonard Bernstein (Lawrence, 1918 – New York, 1990), La Bonne Cuisine: Plum Pudding; Queues de Boeuf; Tavouk gueunkis; Civet à tout vitesse
– Mario Castelnuovo-Tedesco (Firenze, 1895 – Beverly Hills, 1968), Girotondo dei golosi
– Kathleen Blair (?), Lollypops, a gleeful song
– Antonio Firpo (?), Le fragole di Arenzano
– Gioachino Rossini (Pesaro, 1792 – Parigi, 1868), da Quatre mendiants: Me voilà – Bonjour Madame (Les figues sèches); Minuit sonne – Bon soir Madame (Les amandes)
– W.A. Mozart (Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791), La tartine de beurre (Das Butterbrot)
– Akira Yuyama (Prefettura di Kanagawa, 1932) da “Confections: a piano sweet”: Kaki-no-Tane [cracker piccanti di riso]; Oni-Arare [biscottino salato di riso]; Baumkuchen [torta soffice a forma di albero]; Chocolate Bar; Wafers (Lullaby); Pop corn

Per chiunque si interessato a sapere di più del progetto può contattarci grazie al form sottostante.

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